top of page
mnesterophonia | cd 
2012
MNESTEROPHONIA , in greco , indica il momento di riscatto/vendetta di Ulisse nell' epopea di Omero.
Prendendo liberamente spunto da quest'ultima, l'artista cerca di 'raccontarne' una propria visione moderna attraverso paesaggi sonori.
L' Odissea che ognuno di noi (chi in un modo o nell'altro) ,vive nel quotidiano.
Ponendosi anche semplici domande e analizzando un protagonista dell'epoca in questa era:
"Davvero oggi un Odisseo sarebbe resistito a tante grazie? Ne avrebbe avuto lo stesso coraggio?
Penelope, avrebbe oggi aspettato ed imbrogliato la sua tela così a lungo?
Circe, è poi così cattiva?!...." 

Mnesterophonìa|CD  - Autoproduzione 2012 
Packaging a 3 ante stampa su cartoncino semi rigido
Copie disponibili 

CHRIS PLAY:
Piano | Chitarre elettriche | Synths |Sample | Fisarmonica giocattolo |

Loop |Organetti Bontempi | Sega musicale |Noise | Duduk |

Elaborazioni sonore | Theraphin | Rhodes


Registrato  da: Luigi Battaglia presso EX MACELLO  di Gambettola (FC).

Mixato da: Christian Mastroianni e Luigi Battaglia
Supporto grafico: Stefano Gardini

Fotografa ufficiale : Sonia Formica
Voce narrante: Maria Faggiano

TRACKLIST
Intro

X chiama Y

Tele e malelingue

Mnesterophonìa

Kalypto (nascondere)
Nostos' (ritorno)
Circe aveva torto (sono ancora vivo)

Lighea
Canora
Argo
Alitròs (furfante)
Il mare d'inverno 

Photo set by Sonia Formica
“Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando le onde”  
 Rabindranath Tagore​

 
 
Chris Yan, al secolo Christian Mastroianni, è un giovane autore e polistrumentista forlivese positivamente ossessionato dalla musica(basti consultare il numero esorbitante di collaborazioni) e segnato da un percorso di ricerca della propria personale cifra compositiva che è poi l’essenza della testimonianza di questo disco e del percorso che il sottoscritto suppone possa averlo preceduto.
Mnesterophonia è infatti cronaca e abbandono ad una navigazione audace, capace di dare il meglio di sè nella sospensione di ogni spazio-tempo che accade in mare aperto,laddove l’orizzonte immutato non soprende e non dice, ma inizia a attraversare.
 
 
Già accostato dalla stampa a un “sound rarefatto e quasi ultraterreno”, e passato attraverso l’album d’esordio Urban Mantra (2009, concepito sulle montagne appenniniche di Santa Sofia),
Chris Yan si abbandona a una navigazione stanca e trasognata, che invece di cedere alla corrente, la canta e la ipnotizza, volgendola a favore di un disco a cui non fa certo difetto l’ispirazione evocativa.
 
L’album si apre nel segno di alcuni seminali tracce emerse a prua nell’inizio del viaggio, 
con l’odore di grandi travi di legno che bagnate da basse onde, non perdono la proprietà esile dei loro corpi grandi ma effimeri, come ci ricorda la “scricchiolante” introduzione e alcuni passi successivi (“Intro ”, “X chiama Y ”).
Ma il mare di Chris Yan è anche approdo in quei privati luoghi dell’anima in cui queste composizioni hanno guidato l’autore,e in cui si tracciano alcuni intermezzi poetici ripetuti nel disco e proclamati da una voce di ninfa suadente e sinistra, sia in greco che in italiano.
Ecco che giungiamo così al dono più prezioso e “classico” di un disco emotivamente evocativo, i morbidi passaggi di “Tele e malilingue”,la catarsi lacerante di “Circe aveva torto (E io sono ancora vivo)”, la vibrante e meditativa “Argo ”.
A margini rumori, vocalizzi minori, organetti, fisarmoniche giocattolo e quant’altro abitano il disco e rendono nota un’attitudine più sperimentale e che trova compiutamente spazio in “Nostos ”,
Il mare d’inverno ” e nelle restanti tracce.
 
 
 
                          “Liberati! Vieni tra noi
                            Lascia i tuoi compagni
                            Lascia la navigazione senza meta…
                            Scendi Ulisse, scendi! 
 
 
 
Non so se Chris Yan sia sceso o sia ancora a prua,o non so neppure come classificare da copione
un disco che si muove tra minimalismo che trabocca visioni sincere e pratici classicismi e sperimentazioni. 
Ma l’ascolto di Mnestereophonia ora scorre placido e misurato, e questa dozzina di tracce marine e fetali aspetta, o per dirla con le parole dell’autore,
piccole navi, col motore spento, aspettano un segnale dal faro….. così lontano”.
Quando un privato abbandono tornerà a chiamare questa dolcezza visionaria saprà rispondere.
In fondo a cosa serve l’arte se non a darci degli strumenti di navigazione?
 
 
Recensione  di Luca Buonaguidi / CARUSOPASCOSCKI.COM del 24/01/2013
 
Ogni viaggio è incerto per definizione.
E' un abbandono.
Tanto più se il tragitto lo si intraprende via mare, in balia di vastità sconfinate ed abissi senza fondo, in preda a dubbi che bruciano come febbre.
Tornare a casa o continuare a navigare?Darsi al richiamo delle sirene oppure rimanere integri nel vuoto? 
 
Con le premesse di questa moderna Odissea dal finale già scritto, mi imbatto in un giovane compositore di Forlimpopoli, Christian Mastroianni, al secolo Chris Yan.
Il suo secondo lavoro, "Mnesterophonia", è un concept che narra del perdersi nelle onde, degli incontri fatali e dell'inevitabile ritorno che ne consegue:
la strage dei Proci, parassiti e traditori, per riconquistare la propria casa.
Nonostante il titolo arrivi già alla conclusione, la musica si dipana come una rete nell'acqua salata,suggerisce sogni ed inquietudini, visioni di vita e di morte.
La sua composizione segue gli stilemi dell'ambient, i movimenti sinusoidali del post-rock e le raffinatezze minimali della sonata per pianoforte con episodi recitati e suoni concreti.
Ottimamente eseguito, una certosina dedizione nei confronti degli arrangiamenti per un viaggio, quello dell'ascoltatore, affascinante ed arioso, mai drammatico
ma in grado di emozionare anche i più fini palati.
Da ascoltare con gli occhi chiusi, in uno stato di lieve trance per immergersi, letteralmente, in questo ottimo album.
 
Recensione di Simone Stefanini per ROCK.IT del 17/05/2013
"Ulisse in ognuno di noi, 
  partire senza sapere la meta se non l'infinito,
  perdersi ed allo stesso tempo tensione per ritrovarsi, per tornare al conosciuto,
  alla sicurezza dell'amore e del già noto:
  guardare lontano, lottare col mare,
  lasciarsi carezzare da un tramonto...questo mi passa l'ultimo album di Chris Yan,
  un estensione dell'anima in movimenti centrifughi che si scontrano con movimenti
  centripeti, suono che accarezza ed avvolge per poi diventare graffiante e perturbato,
  visioni di terre  lontane e di distese infinite di acqua.
 
Chris Yan ha finalmente sorpassato  le colonne d'ercole del proprio io lanciandosi in un personale e immaginifico folle (e magnifico) volo."
 
 
 Francesco Selvi   su "Mnesterophonia".
 
bottom of page